Manifesto CIAM 1949
In preparazione del CIAM 7 di Bergamo, Le Corbusier progetta con il gruppo francese dei CIAM (ASCORAL) una Griglia come strumento grafico e analitico per presentare i progetti che verranno discussi durante il Convegno. I risultati di questi lavori preparatori sono riassunti in una pubblicazione dell’ASCORAL in due lingue, curata dalle due più importanti riviste francesi: «L’Architecture d’Aujourd’hui» e «Techniques et Architecture». Stampata nel 15 dicembre 1948, questa pubblicazione fu spedita a tutti i delegati dei CIAM.
Reportage sulla nascita della griglia CIAM. Alla prima e all’ultima pagina della pubblicazione vengono spiegate le motivazioni alla base della nascita della griglia. Alla fine del CIAM 6 di Bridgewater, nel settembre 1947, la commissione di preparazione del CIAM 7 stende un rapporto nel quale invita ciascun gruppo nazionale a presentare uno o più temi urbanistici rilevanti per il proprio paese di provenienza. La preoccupazione principale è l’eterogeneità delle forme e dei materiali con i quali ogni proposta urbanistica può essere presentata, manipolando arbitrariamente piante, numeri e altri dati. La soluzione a questo problema è individuata nella proposta di una Griglia che permetta di presentare tutti i progetti in uno stesso formato, rispettando così quattro punti che il delegato dell’ASCORAL suggerisce come imprescindibili per gli scopi dei CIAM: comprensibilità per il grande pubblico, visione analitica e sintetica immediata per gli specialisti, visione d’insieme per i politici e metodologia specifica per i professionisti del settore, architetti o urbanisti. Nel Maggio del 1948 una prima bozza della griglia, elaborata da un’apposita commissione dell’ASCORAL, viene presentata a Vienna per una verifica e per ottenere commenti e critiche.
Ventaglio e assegnazione dei temi per il settimo congresso. Ciascun gruppo è invitato a presentare al congresso uno o più temi urbanistici relativi al proprio paese d’origine, da organizzare all’interno dell’apposita griglia. Per evitare ripetizioni e riuscire a coprire adeguatamente l’intero spettro dei problemi urbanistici, la commissione dell’ASCORAL per la preparazione del settimo congresso propone un ‘ventaglio’ di temi urbanistici, divisi e assegnati a ciascun gruppo nazionale. In questo modo si auspica di produrre, grazie al congresso, una massa di documentazione di buon livello che rappresenti l’insieme completo dei problemi urbanistici della società contemporanea.
Griglia CIAM. La griglia, creata dall’apposita commissione dell’ASCORAL, viene approvata dal consiglio dei CIAM nella sessione di Pasqua del 1948. Le righe rappresentano nove possibili aspetti sotto i quali è possibile classificare un progetto, con l’aggiunta di una riga per tutti gli aspetti non compresi dai primi nove. A queste dieci righe si aggiungono le ultime due righe, che rappresentano i due possibili aspetti sotto i quali è possibile classificare la reazione ad un progetto da parte degli utenti. Le colonne rappresentano invece le quattro funzioni fondamentali stabilite dalla carta di Atene (abitare, lavorare, coltivare il corpo e lo spirito, circolare), con l’aggiunta di una colonna per tutte le funzioni non comprese tra queste quattro. Ciascuna casella individua dunque un incrocio tra una delle quattro funzioni e un aspetto specifico del progetto o delle reazioni al progetto. L’utente della griglia è invitato, a sua discrezione, a usare una parte o tutte le caselle derivanti dall’incrocio di righe e colonne. Il riempimento di ciascuna casella non è altro che una tavola, formato 21 x 33 cm, per la quale sono fornite ulteriori indicazioni nel seguito dell’opuscolo.
Schema di presentazione. Questa tabella non è altro che una traduzione sintetica della griglia stessa, una sorta di indice che permette una visualizzazione immediata dei contenuti della griglia. Ciascun utente, oltre a completare la griglia, è invitato anche a compilare e a fornire più copie di questo schema, di dimensioni analoghe al riempimento di una singola casella della griglia (21 x 33 cm). Lo schema deve essere applicato su ogni cartella contenente i materiali inviati al congresso e su dei ‘pannelli di presentazione’ generali. Lo schema inverte il rapporto tra righe e colonne della griglia, disponendo le funzioni sotto forma di righe e i vari aspetti del progetto sotto forma di colonne. Per ragioni di spazio questi ultimi sono indicati solo attraverso la loro numerazione, che si può comprendere leggendo il ‘formato esteso’ della griglia. Sempre per ragioni di sintesi, le caselle non sono riempite con le tavole, ma semplicemente con uno dei colori assegnati a ciascuna funzione. In questo modo ciascun gruppo, presentando un progetto, può dare una visione immediata di quali temi urbanistici ha deciso di sviluppare e quali invece ha tralasciato. Non è chiaro perché il numero 12 (‘VOLUME BÂTI’), il numero 13 (‘EQUIPEMENT’) e il numero 14 (‘ETIQUE ET ESTHETIQUE’) presentino in questo schema una tripartizione analoga ai numeri 10 e 11, nonostante nella griglia non presentino ulteriori tripartizioni, bensì una bipartizione per il 12 e il 13 e nessuna ulteriore ripartizione per il 14.
Tavola con legenda. Le caselle della griglia prevedono un riempimento con un formato predefinito, 21 x 33 cm totali. In questo formato è previsto lo spazio per la tavola vera e propria (21 x 27 cm), che deve contenere un documento relativo ad un aspetto specifico del progetto (una foto, un testo, un disegno o un grafico, a colori o in bianco e nero, a discrezione dell’autore). Affiancata a questa tavola, all’interno della stessa casella, è previsto l’inserimento di una legenda (21 x 6 cm). Questa deve contenere un numero di riferimento che permetta di ordinare la tavola nella corretta casella di uno specifico progetto, il titolo del documento allegato nella tavola, con i dati relativi alla data e ai progettisti e tutte le altre informazioni fondamentali per la comprensione del documento. Nella legenda deve essere presente anche un contrassegno a colori: questo consiste in quattro righe, che possono essere campite con i colori convenzionali assegnati alle quattro funzioni della carta di Atene. Le righe rispettano l’ordine con il quale le quattro funzioni sono disposte all’interno della griglia CIAM. L’autore è chiamato a decidere quale sia la funzione maggiormente interessata dal documento inserito nella tavola e a classificarlo scegliendo uno dei quattro colori, in modo da essere anche facilitato nella scelta di quale casella della griglia occupare. Nel caso in cui un documento sia rilevante per più di una funzione, è possibile segnare anche gli altri colori campendo la barra per un terzo della lunghezza. E’ tuttavia obbligatorio scegliere sempre una funziona prioritaria rispetto alle altre e campire completamente la barra di quella funzione.
Accostamenti tra tavole. L’opuscolo mostra su sfondo azzurro un possibile accostamento di caselle complete di tavole e legende, specificando che non è l’ordine corretto d’esposizione ma solamente un esempio. Solamente per questo motivo caselle con contrassegni di diverso colore (appartenenti dunque a diverse funzioni) possono essere disposte in una sola riga. Al di sotto una fotografia con delle sagome montate in scala serve a mostrare quale sia stato l’esito delle prima esposizione della griglia a Vienna, nel Maggio 1948.
Istruzioni. Le istruzioni sono un breve testo diviso in paragrafi, il cui scopo è quello di fornire dei presupposti teorici per il lavoro dei vari gruppi impegnati nella preparazione del CIAM. Queste vanno considerate come il testamento spirituale del settimo congresso. Si prende atto, innanzitutto, dell’inevitabile cambiamento occorso nella società in seguito allo sviluppo delle macchine e della tecnologia moderna. L’auspicio delle istruzioni, tuttavia, è quello di non diventare vittime di questo cambiamento, ma di riuscire ad orientarlo. Non bisogna essere dominati dalle macchine, dalla velocità, dalle comunicazioni moderne, ma viceversa dominarle. Questo preambolo circa la relazione tra l’uomo e la tecnica trova immediata esemplificazione nell’analisi della società e della produzione contemporanea. Nel paragrafo successivo, infatti, queste ultime vengono ordinate in tre macro-categorie, relative alla produzione agricola, industriale e alla distribuzione / scambio. Queste tre attività umane si traducono in una triplice ripartizione e in un diverso uso (e riuso) del suolo. Per governare i rapporti tra queste attività e i loro consumi di suolo non si può fare affidamento su una presunta armonia naturale, bensì occorre utilizzare gli strumenti della pianificazione urbanistica. Il tema più generale, infatti, rimane sempre quello dei rapporti tra i bisogni di un singolo e quelli della collettività. La sfida è trovare il punto di accordo tra queste due costanti forze interne alla società. Solamente in questo modo sarà possibile uscire dalla crisi causata dall’avvento della tecnica nella società moderna. In questo senso l’economia è intesa come un possibile strumento di sviluppo al servizio dell’uomo e dei suoi fini. L’economia va dunque guidata e non abbandonata al suo sviluppo autonomo. E’ necessario prendere atto, anzi, che la grande potenza che essa ha raggiunto nei tempi moderni è solo il punto di partenza per la realizzazione dei fini della collettività. Non si può prescindere, a questo punto, dall’esplicitazione di questi fini che devono guidare i processi umani, entrando nel campo dell’etica. Anche in quest’ultimo caso si deve prendere atto dei cambiamenti in corso, cogliendo l’occasione per spezzare le abitudini consuete e irrigidite dalla tradizione, abbracciando il tema etico principale di questa nuova epoca moderna, quello della solidarietà. Un tema imprescindibile in una società così collegata e multiforme, che permette anche di ritrovare un punto di vista collettivo e condiviso. Ma soprattutto, un tema particolarmente caro all’architettura e all’urbanistica, che rispondono perfettamente a queste nuove istanze etiche. Un’appendice sottolinea infine la necessità di un piano energetico per il futuro, trattando dei vantaggi dell’energia atomica e anche della rinnovabilità di quella idroelettrica.
Preparativi a Bergamo
Questo «elenco dei nominativi a cui annunciare il Congresso» rappresenta una prima tappa del percorso di avvicinamento alla società civile della città di Bergamo, cercando di far partecipare al grande evento tutta la città, rappresentata dalle autorità politiche, religiose, dagli enti culturali e dalla stampa locale.
Viene costituito il «Comitato organizzativo ed esecutivo», con i Bergamaschi Nino Zucchelli come segretario e Pino Pizzigoni come presidente. La lista dei membri verrà più volte modificata. Oltre ai partecipanti ufficiali, ricordati negli Atti del convegno (Albini, Belgioioso, Bottoni, Cosenza, Daneri, Figini, Gardella, Mucchi, Lingeri, Peressuti, Pucci, Pollini, Rogers, Romano, Samonà), troviamo alcuni nomi famosi come Pierluigi Nervi, Luigi Piccinato, Mario Ridolfi, ma anche importanti figure bergamasche come Nestorio Sacchi e Tito Spini, che curerà nei giorni del convegno una rubrica quotidiana sull’Eco di Bergamo. Nino Zucchelli organizza in poco tempo un’impressionante macchina organizzativa. Nel documento a destra, il programma delle due settimane è solo abbozzato, mentre sono indicati alcuni «sotto-comitati», per organizzare «alloggi e vitto», «viaggi e ricevimenti», «sistemazione delle sale espositive», «segreteria del congresso».
In una nota manoscritta (senza data), Nino Zucchelli, segretario del Comitato organizzatore, indica la necessità di costituire un «Comitato d’Onore e di Ospitalità», e scrive a fianco: «soldi». Successivamente verrà lanciata una campagna aggressiva di raccolta fondi. La lettera del Sindaco Enrico Rinaldi, in data 7 luglio 1949, esplicita come siano stati invitati potenziali finanziatori ad entrare in questo Comitato d’Onore e di Ospitalità in cambio dell’erogazione di «un adeguato contributo all’ente organizzatore», precisando che «nei saloni della Mostra o della Biblioteca potranno essere esposti e distribuiti opuscoli di propaganda da parte delle Società o Ditte interessate».
Un elenco dettagliato consente di conoscere con precisione i finanziamenti di Società e Ditte, per un totale di 1.520.000 Lire. I più generosi finanziatori risultano l’Italcementi (200.000 Lire), che finanzierà un’escursione dei delegati il venerdi 29 luglio (visita all’Istituto Sperimentale per Applicazioni in Calcestruzzo (ISAC) dell’Italcementi, fondato nel 1947 con la direzione di Arturo Danusso, con successivo pranzo al Lido di Predore); la Società Dalmine (150.000 Lire), che ospiterà i delegati il lunedi 25 luglio con una visita agli stabilimenti, un pranzo e un bagno nella piscina comunale; Il Collegio Costruttori Edili di Bergamo, l’Unione Industriali di Bergamo, il Gruppo C.I.A.M di Milano (Albini, Belgioioso, Bottoni, Figini, Gardella, Lingeri, Peressutti, Pollini, Rogers), l’Amministrazione Provinciale di Bergamo, ognuno con 100.000 Lire. Completano il quadro molte donazioni piccole, di 5.000 o 10.000 Lire. Risultano assenti dalla lista alcuni donatori «in natura», per esempio il Rotary di Bergamo che finanzierà una cena al Ristorante Moderno il 25 luglio.
Il programma definitivo del Convegno fu cambiato molte volte, soprattutto in ragione delle difficoltà per organizzare tutte le attività collaterali. La Commissione «Festeggiamenti e viaggi» intendeva originariamente organizzare più eventi e visite, a poco a poco cancellati anche pochi giorni prima dell’arrivo dei delegati.
Per organizzare pranzi e cene con molti delegati, Nino Zucchelli fa elaborare numerosi preventivi con i migliori ristoranti di Bergamo.
L’allestimento della mostra dei progetti nel Palazzo della Ragione viene curato da Franco Albini e Nestorio Sacchi. Il Salone delle Capriate viene diviso longitudinalmente in due parti, la prima parte con le sedute per i 150 delegati orientati in direzione del palco, la seconda con 14 pannelli rigidi, appesi con cavi alle capriate. Ogni pannello ha una dimensione di 133 x 812 cm. Le tavole dei progetti, impaginate secondo la Griglia CIAM, devono essere montate su una tela e piegate come una carta geografica per la spedizione. Date le grandi dimensioni dell’insieme, è prevista la divisione dell’intera griglia in quattro diverse tele da accostare, ciascuna con le seguenti dimensioni: 133 x 203 cm. I progetti vengono montati sui due lati del pannello appeso, in modo da presentare un totale di 28 progetti. Questo allestimento, semplice e razionale, consentirà un montaggio molto veloce della mostra, come spiegherà Le Corbusier nella seduta plenaria di apertura del convegno il 24 luglio pomeriggio: le griglie sono arrivate «ieri tra le 10 del mattino e le 3 del pomeriggio, 28 griglie sono qui che mostrano che i principi sono stati compresi e applicati».
In questa lettera a Enrico Peressutti del 7 luglio 1949, il delegato tedesco Gustav Hassenpflug annuncia di aver spedito una cassa con la Griglia del suo progetto da esporre, diviso nelle 4 tavole regolamentari della Griglia CIAM (133 x 203 cm), nel rispetto scrupoloso delle istruzioni del libro dell’ASCORAL del 1948. La lettera contiene una chiave per poter aprire la cassa, perché Hassenpflug non è sicuro di poter ottenere l’autorizzazione all’espatrio da Berlino, in ragione delle restrizioni dell’immediato dopoguerra. Di fatto non sarà presente a Bergamo, mentre il suo piano per la ricostruzione di Berlino verrà esposto.
In una lettera del 8 luglio 1949, il Sindaco di Bergamo invita il Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi ad inaugurare l’apertura del congresso il 24 luglio. De Gasperi declinerà l’invito, mentre il governo sarà rappresentato dal ministro dei Lavori Pubblici Umberto Tupini, al centro della fotografia in cui si riconoscono, a sinistra, Ernesto N. Rogers e Piero Bottoni.
In questa lettera del 15 luglio 1949, l’Italcementi conferma la visita all’Istituto Sperimentale Applicazioni Calcestruzzo (ISAC) il 29 luglio alle 11:30, alla quale parteciperà il Direttore Arturo Danusso.
Venerdi 22 luglio 1949. Il Consiglio del CIAM si riunisce il 22 luglio pomeriggio nella Biblioteca per discutere l’Ordine del giorno e i programmi dei lavori nelle varie commissioni. Questa fotografie ritratta, da sinistra a destra, Honegger, Giedion, Sert, Le Corbusier, Rogers e Steiger che ammirano Piazza Vecchia dalla finestra della Biblioteca.
Domenica 24 luglio 1949. La domenica del 24 luglio è dedicata all’apertura dei lavori. In rappresentanza del Governo italiano partecipa il ministro dei Lavori Pubblici Umberto Tupini, che vediamo al centro della fotografia mentre sale la scalinata per raggiungere la Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione.
Domenica 24 luglio 1949. Nell’apertura dei lavori, il primo a parlare è il sindaco di Bergamo Ferruccio Galmozzi con un semplice saluto di benvenuto. Al tavolo si riconoscono i membri del Consiglio dei CIAM, a sinistra Hélène Syrkus e Josep Lluis Sert, a destra Sigfried Giedion e Ernesto N. Rogers. Dietro Sert, Piero Bottoni, delegato italiano dei CIAM, si sta preparando dovendo essere il secondo ad intervenire.
Domenica 24 luglio 1949. Nell’apertura dei lavori, il secondo a parlare è Piero Bottoni, delegato italiano dei CIAM, che nel suo discorso ricorda Giuseppe Terragni e Gianluigi Banfi, membri fondatori del gruppo italiano dei CIAM, prima di spiegare il ruolo decisivo del gruppo italiano dei CIAM per promuovere il congresso a Bergamo. Al tavolo si riconoscono i membri del Consiglio dei CIAM, a sinistra Hélène Syrkus e Josep Lluis Sert, e Ernesto N. Rogers all’estremità destra del tavolo.
Domenica 24 luglio 1949. Il terzo a parlare è il Ministro dei Lavori Pubblici Umberto Tupini, si riconoscono al tavolo Hélène Syrkus, Piero Bottoni e Josep Lluis Sert.
Domenica 24 luglio 1949. Il terzo a parlare è il Ministro dei Lavori Pubblici Umberto Tupini, si riconoscono al tavolo Hélène Syrkus, Piero Bottoni e Josep Lluis Sert, e in seconda fila contro il muro Le Corbusier.
Domenica 24 luglio 1949. Dopo questi saluti inaugurali, il Presidente del CIAM Josep Lluis Sert apre ufficialmente i lavori con una relazione introduttiva, nella quale ricorda la storia dei CIAM, e come siano stati definiti i tre temi portanti di questo VII CIAM di Bergamo: l’applicazione dei principi della Carta di Atene nei piani urbanistici presentati con la «Griglia CIAM», la Sintesi delle Arti plastiche, la riforma dell’insegnamento dell’architettura e dell’urbanistica. Dopo Sert, Le Corbusier spiegherà le ragioni della Griglia CIAM, che presenta come un «attrezzo di lavoro» e come un mezzo di presentazione dei piani urbanistici, introducendo il concetto che «devo parlarvi di una certa poesia, una poesia in raccoglitori».
Domenica 24 luglio 1949. Nella seduta di aperture sono presenti circa 150 delegati e osservatori. In primo piano a destra, Enrico Peressutti. Sullo sfondo, alcune griglie appese alle capriate della sala.
Domenica 24 luglio 1949. Nella fotografia è ben visibile il dispositivo di allestimento progettato da Franco Albini e Nestorio Sacchi, con le griglie appese alle capriate della sala. Si nota inoltre che il montaggio dei singoli documenti nelle griglie appare in alcuni casi molto amatoriale.
Mercoledi 27 luglio 1949. Nei giorni successivi vengono alternati lavori nelle Commissioni, negli spazi della Biblioteca, e riunioni plenarie nel Palazzo della Ragione. I lavori della prima Commissione sono dedicati allo studio comparativo dei piani urbanistici esposti nel Salone. I delegati si alternano al tavolo dei relatori, in dialogo con gli altri delegati presenti in sala. In questa fotografia, Le Corbusier al centro, con le griglie alle sue spalle.
Mercoledi 27 luglio 1949. Altri due esempi di griglie sullo sfondo della sala delle riunioni plenarie.
Mercoledi 27 luglio 1949. Josep Lluis Sert e Sigfried Giedion in dialogo con l’assemblea dei delegati.
Sabato 30 luglio 1949. Alla seduta plenaria finale partecipa come ospite d’onore Eugène Claudius-Petit, ministro francese della Ricostruzione e dell’Urbanistica e committente dell’Unità d’Abitazione di Le Corbusier, che apre la seduta con le seguenti parole: «Siete gli artigiani della felicità, perché potete più di altri in modo concreto e non solo nell’astrazione portare liberazioni necessarie alle donne, contribuire alla gioia dei bambini e offrire la felicità agli uomini che lavorano, perché finalmente la ricompensa del lavoro deve essere la felicità».
Sabato 30 luglio 1949. Il discorso di Eugène Claudius-Petit, al tavolo si riconoscono i membri del Consiglio Giedion, Sert, Le Corbusier, Rogers, Syrkus, Van Eesteren.
Sabato 30 luglio 1949. Nella relazione successiva, Van Eesteren riassume i lavori svolti nella sottocommissione «Preparazione dei lavori del prossimo Congresso». In primo piano, Hélène Syrkus e Ernesto N. Rogers.
Sabato 30 luglio 1949. La relazione di Ernesto N. Rogers è dedicata ai lavori nella III Commissione «Riforma dell’insegnamento dell’architettura e dell’urbanistica.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. Alle 11:30 del 25 luglio, i delegati lasciano Piazza Vecchia in pullman per recarsi a Dalmine.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. Al loro arrivo, i delegati sono accolti dalla direzione della Dalmine spa per una breve visita degli stabilimenti.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. Attorno ad un grande plastico, i direttori della Dalmine spa illustrano il piano urbanistico di sviluppo della zona industriale.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. Successivamente, i delegati sono invitati in piscina, dove viene allestito il pranzo offerto dalla Dalmine spa. In questa fotografia, Le Corbusier con Sert.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. In questa fotografia, i delegati italiani tra i quali si riconoscono Piero Bottoni e Gino Pollini.
Lunedi 25 luglio 1949, Dalmine. Piero Bottoni e Le Corbusier.
Martedi 26 luglio 1949. Nel programma ufficiale del CIAM, viene indicato che la serata del martedi 26 luglio è dedicata alla «proiezione di cortometraggi», e la proiezione di «un film di produzione italiana». Viene proiettato il cortometraggio (9 minuti) La Ciudad Frente al Río, dedicato al Piano Regolatore di Buenos Aires (EPBA) elaborato sotto la direzione di Jorge Ferrari Hardoy. Il Piano di Buenos Aires verrà esposto a Bergamo, e commentato dal delegato CIAM dell’Argentina Antonio Bonet che prepara una traduzione in francese dei commenti del film, originariamente in spagnolo. Il film è stato elaborato dal regista italiano Enrico Gras, emigrato in Argentina prima della seconda guerra mondiale, e con la supervisione di Ernesto N. Rogers. Nella stessa serata furono proiettati due altri brevi film documentari, il primo prodotto da Bottoni sul quartiere Q.T.8 a Milano, il secondo di Giulio Questi e Duccio Terzi dedicato alla città di Bergamo.
Martedi 26 luglio 1949. Il «film di produzione italiana» che verrà proiettato nella serata di martedi 26 luglio è «Ladro di biciclette» di Vittorio de Sica (1948), come informa questa lettera del 22 luglio del Sindaco Ferruccio Galmozzi al Direttore dell’Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC) che aveva prodotto il film, precisando la richiesta di poter ottenere una copia «in prestito». La serata cinematografica era stata curata dal Circolo del Cinema «La Cittadella».
Venerdi 29 luglio 1949, Lido di Predore. Dopo la visita dell’Istituto Sperimentale Applicazioni Calcestruzzo (ISAC) a Bergamo, i congressisti si spostano sul lago di Iseo al Lido di Predore per un bagno e per un pranzo offerto dall’Italcementi.
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Alla seduta plenaria finale partecipa come ospite d’onore Eugène Claudius-Petit, ministro francese della Ricostruzione e dell’Urbanistica e committente dell’Unità d’Abitazione di Le Corbusier. A margine della seduta plenaria, Nino Zucchelli (a destra) e Pino Pizzigoni (al centro) regalano al Ministro francese il volume Bergamo, curato dallo stesso Zucchelli, un libro d’arte con le riproduzioni di 40 disegni dei pittori bergamaschi Alberto Vitali, Domenico Rossi, Erminio Maffioletti, Trento Longaretti, Luigi Scarpanti (Edizioni della Rotonda, Bergamo 1949, con uno scritto del direttore d’orchestra, compositore e musicologo Gianandrea Gavazzeni). Il libro fu regalato a tutti i delegati.
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Eugène Claudius-Petit con il libro Bergamo curato da Nino Zucchelli (a destra).
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Le Corbusier in conversazione con Nino Zucchelli (a destra) e Pino Pizzigoni.
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Le Corbusier in conversazione con Nino Zucchelli (a destra) e Pino Pizzigoni (sullo sfondo).
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Le Corbusier in Piazza Vecchia con Ernesto N. Rogers (a sinistra).
Sabato 30 luglio 1949, Bergamo. Eugène Claudius-Petit (seduto, secondo da sinistra) con Le Corbusier in Piazza Vecchia.
Sabato 30 luglio 1949, S. Pellegrino. Il CIAM 7 termina ufficialmente il sabato 30 luglio 1949 con la Seduta plenaria conclusiva dalle 15 alle 17. Successivamente, tutti i delegati sono invitati a S. Pellegrino Terme dove si svolge la cena d’onore, che prosegue in un «trattenimento danzante». Durante la seduta conclusiva, Enrico Peressutti, delegato italiano dei CIAM, aveva denunciato il fatto che il gruppo organizzatore avesse «esagerato il lato «attività ricreative» del VII Congresso, e il Consiglio non ha dosato in modo rigoroso la proporzione tra lavoro e tempo libero. Sottolineiamo il pericolo per i CIAM di perdere il loro carattere di lavoro e di diventare solo una riunione internazionale di architetti».
Tito Spini pubblica ogni giorno sulle pagine dell’Eco di Bergamo una precisa cronaca dei lavori del CIAM 7. Nell’edizione del 22 luglio scrive che la vigilia sono arrivati i primi gruppi stranieri, tra cui Candillis che porta con se disegni e fotografie dell’Unità d’Abitazione di Marsiglia, mentre Le Corbusier, anche lui aspettato la vigilia, è partito in ritardo da Parigi e arriverà solo il pomeriggio del 22. Nell’edizione del 23 luglio, l’articolo descrive gli ultimi preparativi e decisioni prese durante la riunione del Consiglio del CIAM il 22 luglio pomeriggio, di cui testimoniano le belle fotografie con Honegger, Giedion, Sert, Le Corbusier e Rogers che ammirano Piazza Vecchia dalla finestra della Biblioteca.
Nell’edizione del 25 luglio, Tito Spini descrive il ricevimento ufficiale dei congressisti il 23 luglio sera, con il discorso del Sindaco Galmozzi che ha auspicato che «Bergamo, città tranquilla e bellissima, possa dare ispirazione ai loro lavori». L’articolo prosegue con la cerimonia di apertura dei lavori la domenica 24, inaugurata dalla presenza del Ministro dei Lavori Pubblici Umberto Tupini. Nell’edizione del 26 luglio viene descritta in dettaglio l’escursione della vigilia negli stabilimenti della Dalmine, con bagno nella piscina e colazione, attività molto apprezzate dai congressisti che sono stati «tutti concordi nel dire che finora mai un congresso di questo genere è stato organizzato in un modo così perfetto». Segue un ritratto dell’architetto svizzero Alfred Roth.
L’edizione del 27 luglio descrive i lavori della vigilia nelle varie commissioni con l’esame delle prime 15 Griglie, insieme con un ritratto dell’architetto francese Marcel Lods. L’edizione del 29 luglio dedica invece la maggior attenzione alle riunioni e alle conclusioni della terza Commissione dedicata alla riforma dell’insegnamento dell’architettura, insieme con un ritratto di Josep Lluis Sert e Paul Lester Wiener, autori dei piani urbanistici per Lima, Medellin e Bogota. In un messaggio autografo Sert dichiara che «Bergamo è una lezione d’urbanistica. La vecchia piazza è il più bel centro per il nostro Congresso».
L’edizione del 30 luglio dedica una piena pagina alla fine dei lavori del congresso, che si concluderà ufficialmente la sera dello stesso giorno con i festeggiamenti a San Pellegrino. Interessanti le brevi interviste a Candilis, Roth, Bakema, Rogers e Figini, con alcuni giudizi lusinghieri sul centro storico di Bergamo.
Il giorno stesso della chiusura del congresso, il 30 luglio, il Consiglio Direttivo del CIAM, composto da Le Corbusier, Sert, Sigfried Giedion e Hélène Syrkus, esprime al Comitato Organizzatore, alle Autorità e alla Cittadinanza «i sentimenti della più viva gratitudine e di sincera soddisfazione per la affettuosa accoglienza riservata ai congressisti durante il loro soggiorno in Bergamo».
Il 5 agosto 1949, i delegati italiani Piero Bottoni e Enrico Peressutti ringraziano Pino Pizzigoni e Nino Zucchelli «per il prezioso contributo dato all’organizzazione del congresso», ricordando inoltre come da tutti sia stato continuamente riconosciuto alla città di Bergamo «tanto merito di bellezza nei suoi monumenti e di franca ospitalità nei suoi cittadini».
Il 31 agosto 1949, il Consiglio dei CIAM (Van Eesteren, Rogers) e il gruppo inglese dei CIAM (Jane Drew, Wells Coates, Godfrey Samuel, Jaqueline Tyrwitt, Maxwell Fry, J.M. Richards), riuniti a Londra per organizzare il successivo CIAM 8 che si svolgerà nel 1951 a Hoddesdon, mandano una cartolina a Nino Zucchelli «ricordando il bel soggiorno nella vostra graziosa città e soprattutto le vostre amicizie e cure collegiali». Aggiunge Van Eesteren «vi ringrazio ancora per il vostro bel libro su Bergamo».
Un elenco dattiloscritto descrive i «progetti del C.I.A.M. esistenti in deposito nel Salone del Palazzo della Ragione», che solo parzialmente corrisponde ai 28 progetti effettivamente presentati nella mostra ufficiale. Alcune annotazioni a mano indicano che alcune casse siano già state rispedite, per esempio al Comune di Genova e a Samonà a Venezia. Dove sono finite le altre casse? Sono state tutte rispedite agli autori dei progetti?
Il 15 settembre 1949, la ditta di trasporti internazionali Jacky, Maeder & Co. spedisce una lettera alla «Spett. ditta CIAM, Palazzo della Ragione» [sic!], chiedendo di fornire la «bolletta Temporanea di Importazione» del 28 luglio 1949, senza la quale non sarà possibile riesportare una cassa di disegni. L’indicazione «Kosmos, Vienna», non appare sufficiente per capire a quale architetto o a quale progetto si possa riferire. Tutto lascia supporre che questa cassa fosse già stata portata via da Bergamo, ma che sia rimasta in deposito a Milano in attesa dello sdoganamento. Che fine hanno fatto le casse contenenti le diverse Griglie? Il 20 dicembre 1949, Enrico Peressutti scrive a Nino Zucchelli, chiedendo notizie sulle casse che Livio Sacchi avrebbe dovuto spedire all’Istituto di Microfotografia del Politecnico di Milano per essere fotografate, precisando che fosse «urgentissimo averle qui perché entro il 15 gennaio 1950 devono essere fatte le fotografie di tutte e spedite ai rispettivi proprietari».
Il 4 agosto, Nino Zucchelli e Pino Pizzigoni scrivono a Piero Bottoni chiedendo il pagamento di 30.000 Lire per il noleggio dell’autobus usato per l’escursione a Milano del 28 luglio, «come da accordi prestabiliti». Questa nota lascia intendere che, analogamente a quanto succedeva con sponsors come la Dalmine o la Italcementi, chi voleva organizzare un’escursione dei congressisti fuori Bergamo doveva finanziare il trasporto, come nel caso di Bottoni interessato a presentare ai congressisti il quartiere Q.T.8 di Milano, allora in pieno cantiere.
Analogamente a quanto richiesto a Bottoni, lo stesso 4 agosto Zucchelli e Pizzigoni scrivono a Pietro Lingeri chiedendo il pagamento di 63.000 Lire (invece delle 35.000 Lire preventivate) per il noleggio dell’autobus usato per l’escursione a Como del 27 luglio, «per la visita alla mostra Terragni», precisando che il forte rialzo del costo è dovuto alla necessità di noleggiare un secondo pullman. Seguiranno altre lettere di sollecito, fino all’epilogo del 12 ottobre 1949 con il pagamento di due assegni. La ricevuta verrà spedita da Zucchelli a Lingeri il 14 ottobre.
Il 23 novembre 1950, Pino Pizzigoni scrive a Le Corbusier per invitarlo a contribuire sul numero di dicembre di «La Gazzetta di Bergamo», nuovo titolo dato alla precedente «Rivista di Bergamo», diretta dal 1950 da Pizzigoni e Nino Zucchelli che ne sarà poi il direttore fino al 1994. La richiesta a Le Corbusier riguarda un breve testo di «una o due pagine» che sarebbe «una garanzia sicura e valorizzerebbe l’arte, l’architettura e la cultura moderna della nostra cara città». Curiosamente, la lettera «urgentissima» viene indirizzata non allo studio parigino di Le Corbusier, bensì al «Cantiere dell’Unité d’Habitation, Marseille».