CIAM 2019 | Presupposti semantici delle coppie di valori e quesiti per la discussione.
1_A | LEGGE PER L’ARCHITETTURA
La definizione normativa di un presupposto etico è compito del legislatore. La Legge per l’Architettura, non Legge dell’Architettura, riguarda un’azione operativa che vincoli a quel presupposto etico pratiche, competenze, ruoli e abilità specifiche all’interno dei singoli territori o Enti Locali.
Si può evidenziare con chiarezza quale sia il presupposto etico sia dove esiste una Legge specifica in Europa, sia dove non esiste affatto o dove esistono solo politiche persuasive? In Italia, ad esempio, si può presupporre che quel «dovere» etico sia definito dagli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana e che quindi siano gli Enti Locali a dover individuare un processo di normativa locale, come nel caso della Legge della Catalogna del 2019?
Il CIAM, in relazione alla Legge, pretende di osservare e proporre atti operativi che non agiscano come semplici deroghe o eventi straordinari, concertati tra Enti Locali, investitori e operatori, ma come connessione diretta tra finalità sociale e strumento esecutivo: si consideri, come esempio, il vincolo dimensionale, in Italia, dettato dagli standard di qualità, come i parcheggi, che subordina spesso finalità e nuove tecnologie al mero aspetto economico.
L’Architettura è un sistema e come tale va affrontata. È costituita da diversi elementi reciprocamente interconnessi e interagenti tra loro e con l’ambiente esterno, reagisce ed evolve come una scienza e un’arte, ed è frutto di valori etici e di uno studio antropologico della società.
Si può individuare l’Architetto come colui che svolge un’azione indispensabile di coordinamento all’interno di un gruppo di altre professioni, che intervengono in qualunque rapporto urbano, sociale e civile tra persone?
La Legge deve indicare chi debba intervenire nei processi, delineando le competenze formali, informali e non formali, necessarie all’ottenimento dei risultati?
La Legge per l’Architettura dovrebbe imporre di promuovere criteri corretti di trasformazione del territorio, che non rispondano soltanto ad esigenze di funzionalità e redditività?
1_B | SCUOLA E SOCIETÀ
CIAM promuove una profonda campagna di incentivo culturale, di comprensione del paesaggio, che coinvolga tutto il tessuto sociale. Un’opera di ‘educazione’ che parta dai sistemi didattici, intesi come piattaforma per una capillare diffusione nelle strutture sociali: un serbatoio di risorse intellettuali formidabile. Tale operazione coinvolge le università, le amministrazioni pubbliche, le scuole di ogni ordine e grado.
Concetti quali «accessibilità», «prossimità», «raggiungibilità», fondamentali per comprendere le relazioni e l’efficienza territoriale, sono stati radicalmente messi in discussione. Esigono una corretta ridefinizione per una comprensione efficace dello spazio?
CIAM si prefigge di «normare e standardizzare» procedure di analisi degli edifici, ipotizzando soluzioni operative e continuative, individuando nel Protocollo IPE (Indice di Performance Etica di forniture e risultati) uno dei fattori decisivi del proprio programma. Si persegue l’idea di individuare gli indici di reciprocità, ovvero i valori in grado di descrivere il territorio e i relativi processi di trasformazione, attraverso la presenza e l’azione dinamica degli edifici e delle attività ad essi connessi.
2_A | SOCIAL HOUSING
La definizione è ormai entrata nel linguaggio comune. Ha bisogno di ulteriori precisazioni sul suo valore etico?
Il Social Housing è da considerare come alternativa alla società competitiva tout court?
Il presente ci obbliga a considerare le città come nuovi Stati? È necessario quindi decidere se si vuole perseguire una città competitiva o collaborativa? Nel primo caso si prevede una città accentrante, nelle funzione e nelle dinamiche; nel secondo si perseguono collaborazioni di prossimità (quartieri e comunità) ibridandosi con chi, da subito, è disposto a condividere i propri luoghi.
Questo è un tempo di autarchia che ci ha consegnato in molti territori una società tribale. La competizione e il singolo vincitore si possono combattere con la collaborazione e l’ibridazione per generare una società del meticcio dove tutti possono risultare vincenti?
2_B | CITTÀ ED ENERGIA
I territori non possono essere gestiti «a tempo», collegati ad un singolo mandato di un governo o di un’Amministrazione. La strategia dovrà essere trasversale e impermeabile ai mutamenti politici, puntando a costruire un percorso a tappe da oggi fino almeno al 2030 dove diventi centrale il concetto che la miglior opportunità economica è investire negli spazi aperti pubblici e negli spazi costruiti che costituiscono l’essenza del nostro abitare.
Questa azione non rappresenta più, come nel passato, solo una spesa, ma è l’investimento necessario per rendere ogni città più efficiente in termini energetici, di mobilità e di infrastruttura.
Problema prioritario è comprendere la gestione del tempo:
– quale energia per la città?
– come e quando applicare una rinnovata strategia urbana?
– dove e chi dovrà applicarla sui territori?
Se per motivi di convenienza privata non si volesse perseguire un percorso cumulativo, che riguardi, cioè, più territori connessi, ma si affrontassero soluzioni locali in cui alcuni territori, definiti come città attrattive, competessero con altri per risultare più efficienti, come questa azione, nel perseguire il suo efficientamento, potrà evitare di disurbanizzare territori limitrofi per impedire la periferizzazione di molti settori della società?
3_A | CIRCOLARITÀ DEI MATERIALI
Le revisioni normative sulla Circolarità dei Materiali, al fine di semplificarne l’attuazione e migliorarne la coerenza, prevedono strumenti economici definiti come incentivi per l’adozione di modelli di produzione e consumo circolari.
La comunicazione e la sensibilizzazione, per informare sui nuovi modelli di consumo, sulle opportunità e i benefici legati al tema dell’economia circolare, favorendo la collaborazione tra tutti gli attori – Pubbliche Amministrazioni, imprese, istituti di ricerca scientifica e tecnologica – è solo una parte del ragionamento.
CIAM vuole individuare quelle idee che favoriscono l’innovazione e il trasferimento di tecnologie nei settori industriali anche tramite la formazione di manager e tecnici con competenze specifiche e trasversali, attraverso protocolli operativi con Università e Istituti Superiori di Ricerca.
3_B | RIUSO
Il patrimonio edilizio esistente, molto eterogeneo per qualità dei manufatti, caratteristiche tecnologiche, stato di conservazione e conformità alla normativa, rappresenta, all’interno di una prospettiva di contenimento del consumo del suolo, una straordinaria risorsa (un potenziale e non un costo), a patto che si stabiliscano dei criteri di gestione e delle strategie per indirizzare le trasformazioni necessarie verso obiettivi di qualità e sostenibilità a lungo termine.
Uno degli obiettivi è quello di creare le condizioni per aggiornare e mettere a norma in un’ottica di rigenerazione urbana, di recupero dell’esistente, di costruzione sul costruito. Questo approccio consente di rinnovare sulla base delle nuove istanze internazionali, attraverso l’attivazione di strategie progettuali fortemente innovative e di processi partecipativi.
Il presupposto necessario per perseguire l’obiettivo è mappare e catalogare, per stabilire i criteri operativi in base ai quali orientare le scelte progettuali e le proposte di trasformazione: è possibile non escludere, quindi, la demolizione?
All’interno di questa ipotesi di lavoro vale come regola di analisi la constatazione del “peso”, sia in termini quantitativi sia in termini sociali, dei manufatti edilizi. Si può certificare un altro fattore, definito come valore di trasformabilità, riferito all’adeguamento edilizio e alla tipologia di servizio.
Si può ritenere che il valore di partenza sia sempre di carattere sociale, essendo l’edificio inteso come un luogo urbano?
4_A | CONFINE
L’Architettura fa parte, di diritto, delle discipline fondamentali dell’uomo. È indebolita ed esaltata da una serie di sostantivi che cercano di descriverla. Non sono sufficienti le definizioni delle parole per descrivere il mondo ma il modo in cui siamo soliti confrontarle con altre, l’abilità di associarle ad altre. Tale «abilità» consiste in un sistema di valori che modifica, accresce o trasforma il senso di ciò che diciamo.
Le nostre parole costruiscono il nostro mondo, investendo quello degli altri.
Quali parole, allora, sono proprie dell’Architettura?
Quali parole l’Architettura deve necessariamente prevedere?
Quali, invece, deve eliminare dal proprio vocabolario?
Come, in ultimo, le parole individuate prendono vita, quotidianamente, nelle relazioni tra persone?
Il Confine è il più complesso sistema semantico contemporaneo; esso definisce un limite amministrativo convenzionale, un accordo tra persone, ma varia continuamente se confrontato all’interno di un arcipelago composto da elementi diversi: riti sociali, relazioni geografiche, contesti storici. La città stessa è una diversità con confini variabili. La città è un simbolo costituito da uomini e connessioni; quindi anche l’uomo è un confine, in qualche modo un “termine”. L’uomo è un’isometria che porta con sé tutta la città. La città si muove nell’uomo. La città si muove con l’uomo. Lo stesso universo è un multiverso complesso e mutabile in continuo movimento. O apparteniamo alle scorie che sono ferme in orbita o alle entità dinamiche che producono energia.
Nel 1948 Calamandrei mise le basi, in Italia, per lo sviluppo democratico del mondo nuovo tramite il coordinamento intellettuale e normativo del progetto di connessione dell’urbano. Altiero Spinelli ripropose quelle logiche nel 1957, come primo episodio della costituente europea cui restituì il senso di appartenenza tramite il progetto di “stato diffuso” e la condivisione dei confini. Si può immaginare il confine come in natura, dove si esprime la maggiore quantità di biodiversità?
4_B | ECOSISTEMI URBANI E MOBILITÀ
La città del futuro si può definire come un metodo di vita che, sulla base di principi e strategie ecologiche, permette di mantenere insediamenti umani prendendo spunto o copiando gli ecosistemi naturali, in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un bassissimo impiego di energia?
L’attività persuasiva di un ecosistema urbano si basa sulla collaborazione e sull’efficacia delle dinamiche dei movimenti di coloro che lo abitano oltre che di quelli che lo frequentano temporaneamente. In una nota di Claude Levi-Strauss si legge che «nel reticolo dei rapporti sociali, i nodi hanno una priorità logica sulle linee». I nodi sono elementi fondamentali della mobilità che modificano completamente il concetto di città e urbanità.
Da anni si è diffusamente affrontato il tema di cosa si intenda per ecosistema urbano e quali servizi ne facciano parte. CIAM 2019 intende individuare e confrontare idee che mostrino le interazioni tra i processi di mobilità, privati, interattivi e collaborativi, e gli interventi di adattamento dinamico dei sistemi urbani.